×

Error message

Deprecated function: Array and string offset access syntax with curly braces is deprecated in include_once() (line 20 of /var/www/vhosts/bolewine.com/httpdocs/includes/file.phar.inc).

05.02.2019 - City Guide

CHEERS VERONA: la city guide di Bolé

Bolé torna con la terza proposta delle mini guide che fanno guardare alle città con occhi nuovi. Dopo Milano e Londra tocca a Verona, dove nel mese di aprile si svolge Vinitaly, il salone internazionale dei vini e distillati, giunto alla 53ª edizione. Non potevamo mancare alla quattro giorni più spumeggiante della stagione.

Siamo pronti a raccontarvi cosa succede a Verona, quando i comuni mortali mettono piede tra i veneti, la popolazione con il vino nel sangue, dove le osterie sono più frequentate delle chiese e la religione del bicchiere governa la socialità. Le interminabili ore nel chiuso della fiera proseguono all’aperto, per le strade del centro, tra incroci di calici, chiacchiere e cicchetti, che assorbono l’aperitivo e accompagnano ai brindisi al ristorante o in osteria, nelle cene che si dilungano nei locali dove si tira tardi.

Condividiamo i momenti di piacere e gioia viva che ci hanno regalato le ore tra le mura shakespeariane.

Aperitivo

È in Piazza delle Erbe dove incontri chi si vuole fare trovare. Dalle ore 18 il marmo della pavimentazione diventa progressivamente invisibile. Gli spazi si stringono e l’aria si satura di alcol, ma quasi in ogni via c’è almeno un locale dove la gente si ritrova a condividere il sacro momento dell’aperitivo, affollatissimo la sera, ma non meno santificato prima di pranzo.

Ci siamo affezionate alle due porte rosse di Verona: quella della Terrazza Bar Al Ponte, con scorcio da cartolina sull’Adige e Castel San Pietro, aperta dalle 7 del mattino alle 2 di notte, sette giorni su sette. E quella dell’Osteria La Mandorla, in via Alberto Mario 23, a due passi dall’Arena, dove ci è stata spinata un’ottima birra IGA, ottenuta col mosto del Gerwürztraminer. Un brindisi con una bevanda ponte tra il mondo vinicolo e quello brassicolo per dare il via alla nostra maratona.

All’Osteria Caffè Monte Baldo, in via Rosa, il premio per la qualità, la varietà e la cura con cui preparano quello per cui tutti li conoscono, nonché il motivo per passare dal civico 12 e ordinare un calice e una, dieci o mille tartine, le più creative, colorate, fresche e saporite di Verona. Le potete addirittura prenotare e fare preparare per l’asporto. Imperdibile quella al baccalà mantecato con una bollicina. Anche la cucina è ottima e il locale molto accogliente.

Mordi e fuggi

Di supporto al disperato tentativo di tenere testa alla sete dei padroni di casa è stato Saporè Pizza Stand Up, in via della Costa, ai piedi della Torre dei Lamberti, praticamente in piazza Dante. Servono tranci di pizza gourmet e crunch da urlo, rigorosamente da mordere in piedi. Hanno apportato la sana dose di carboidrati per sostenere il valzer dei brindisi.

Per chi apprezza i lievitati, il consiglio è di concedersi un pasto seduto a Saporè Downtown, in via Amanti 6/8, dove è possibile fare un percorso di degustazione attraverso gli impasti di Renato Bosco. Diversi per forma, consistenza, lievitazione e cottura, sono l’ultima frontiera della pizza e ve li potete godere con birra Baladin alla spina.

La R maiuscola di Ristorante

Vinitaly significa anche sovraesposizione dei sensi. Nei ristoranti di cui siamo stati ospiti abbiamo sperimentato il dionisiaco. I sapori, accompagnati, completati, contrastati, assecondati, arricchiti, esaltati dal carattere dei vini, sono stati amplificati da ambienti in grado di raccontare una storia da soli e da un servizio attento.

L’Alcova del Frate ci ha sorpreso coi tendaggi sui soffitti e per l’estensione della carta dei vini: bellissima selezione geografica, comprensiva di bottiglie italiane e internazionali, l’equivalente di avere un mappamondo al tavolo e potere avere materializzati nel bicchiere la Nuova Zelanda, l’Australia, il Cile, il nuovo mondo. Nei piatti sapori intensi e ben bilanciati, molto goderecci.

Come ogni luogo di piacere che si rispetti, non lo avremmo voluto lasciare, ma si sa, la curiosità spinge l’uccello nella rete e così, la sera successiva, abbiamo fatto una nuova scoperta.

Il riflesso della strada sulla vetrina e l’ingresso stretto, che quasi si mimetizza con la parete, rendono il Café Carducci visibile solo a chi lo conosce. Ne varchi la soglia e ti conquista. Gli arredi, la luce soffusa, il tepore della cucina a vista ti trasportano in un altro tempo, gli anni Venti. Il vino, il cibo e le cure di Stefano e Benedetta fanno il resto.

Ci troverete la migliore selezione di formaggi che possiate cercare a Verona. Ogni alimento portato in tavola è stato scelto con la sapienza e la passione di chi viaggia per andare a conoscere direttamente i produttori. I gestori lo fanno davvero.

Conservano anche i vini per anni nelle loro antiche cantine e li servono ai clienti quando sono al massimo della loro espressione. Hanno una collezione di vecchie annate di vini veneti, delle chicche dalla Valpolicella, preziosa.

Non pensavamo di potere essere ancora fortunate, eppure siamo finite al Ristorante La Canonica, dove la cucina è un atelier, il cibo una tavolozza e gli chef degli artisti. Ogni piatto è un quadro. La cucina gourmet propone abbinamenti non comuni con risultati sorprendenti.

Ricerca dei sapori e gioco delle consistenze sono stati trasformati in estetica del gusto. Ottima selezione di vini naturali e staff superlativo. Bellissimi i ragazzi, che con grande eleganza e viva passione ci hanno servite.

Sgombro, misticanza aromatica, salsa teriyaki e passion fruit

Tonno Balfego e la sua ventresca, gambero rosso, crema di patate, spinaci e caramello di mare

Foto credit : La Canonica

Dolci soste

La passeggiata per raggiungere piazza San Zeno, dove non vedevamo l’ora di ritrovare il gelato stellato di Roberto, in realtà ci ha solo permesso di accelerare il metabolismo e fare evaporare un po’ di alcol, perché la gelateria era chiusa.

La nostra delusione troverà però compensazione nella vostra gioia: Zeno Gelato e Cioccolato ha riaperto, in via Sant’Alessio 6, nell’ansa dell’Adige più scenografica della città, a pochi metri dalla bellissima chiesa di Santo Stefano e dal teatro romano.

Siamo continuate a tornare, per colazione e non solo, da Cantonucci, in via Interrato dell’Acqua Morta 46. Locale rétro, molto fotogenico, pieno di vasi di caramelle, dolciumi, latte e confezioni. Ci si possono fare laute merende e deliziosi spuntini, l’aperitivo e anche il pranzo. I ragazzi preparano con cura ogni bocconcino. Il cibo è genuino, come il loro modo di approcciarsi ai clienti.

Scorci

Tre vie valgono la passeggiata, concentrano l’essenza della città e ne mostrano il volto più pittoresco. Sono a poche svolte l’una dall’altra. Via Ponte Pietra, una curva fiorita di bellissimi mazzi di tulipani e di plateatici, che fanno la loro comparsa in primavera e invitano a fermarsi per un caffè, un gelato, uno spritz o un pasto.

Via Sottoriva, con un acciottolato distruggi tacchi, corre lungo la riva del fiume, ma a un livello più basso. Su un lato, per tutta la sua lunghezza, è fiancheggiata da un basso porticato che le conferisce un aspetto medioevale e che conta, tra le altre, l’Osteria Sottoriva, il posto dove sedere nelle sere d’estate e provare la cucina tipica veronese. Niente prenotazioni e condivisione dei tavoli in legno ingentiliti da un fiore.

Corte Sgarzerie, nascosta nel cuore della città, a pochi passi da Piazza delle Erbe, ospita una loggia scaligera fresca di restauro e un angolo riparato dal vociare della folla.

Qui si trova anche la Libreria Pagina 12, come il numero di anni da cui è aperta e le pagine sufficienti a capire se un libro è buono o meno, dice Roberta, libraia coraggiosa, che ha fatto di questo rifugio indipendente il punto di riferimento per i lettori forti della città, quanti credono nel potere aggregante della lettura e nella possibilità di instaurare un dialogo sui libri e attraverso di essi. Roberta è preparatissima, un orecchio che ascolta e un occhio che vede.

Passate a trovarla, vi saprà consigliare.

Scelto e fatto con amore

Passeggiando ci siamo imbattute in piccole vetrine che ci hanno fatto spingere le porte e incontrare un campionario di varia adorabile umanità.

In via Carducci 2, ci si può fare confezionare scarpe su misura, ma si trovano anche magnifici zaini, borse, cinture e altre creazioni in cuoio, rigorosamente fatte a mano e personalizzabili. La bottega artigiana Il Gabbiano J. usa solo pelli conciate al vegetale con tinture naturali che non danneggiano l’ambiente.

Sottosopra 33, in via Scrimiari 3, è un gioiellino dell’abbigliamento vintage. Claudia e la sua mamma fanno una ricerca accurata e scovano tesori a cui è difficile resistere. In via Roma, da Cappelli Moda Carcereri, è impossibile non scovare qualcosa di particolare tra le pile di cappelli di tutte le fogge che l’eccentrica proprietaria tira fuori da ogni angolo e con occhio allenato sa suggerire.

Gli inguaribili della carta, della penna e dei giardini devono passare dalla Libreria Il Gelso, in via G. Zambelli. Li aspetta un’ampia sezione dedicata a piante, fiori, orti, botanica e cura del verde. Hanno carte di tutti i colori, le grammature e le composizioni; diari, quaderni rilegati a mano e una quantità di biglietti per tutte le occasioni, realizzati da giovani illustratrici come Giada Floris.

A cura di: Rachele Perbellini

Rachele è nata a Verona, ma abita il mondo. Vive tra i libri e sembra che scrivere sia l’unica cosa che sappia fare davvero. Beve tanta birra artigianale, mangia montagne di verdura, ama i calzini spaiati e i cimiteri ottocenteschi.

The end

In carta, per un evento, in distribuzione, per un regalo o semplicemente per conoscerci e assecondare la tua sete di scoperta.
Ogni motivo è buono per essere coinvolto con Bolé!

Contattaci